11 Feb Quando i genitori sono iperprotettivi
L’amore e l’attenzione dei genitori verso i propri figli sono qualcosa di unico e speciale. Proteggere, accudire, curare e difendere i propri “cuccioli” è una necessità che appartiene a tutte le specie animali. L’atteggiamento protettivo pur essendo naturale e indispensabile non deve tuttavia trasformarsi in iperprotezione. Il rischio infatti è che gli adulti si lascino trasportare dal desiderio di evitare al figlio delusioni, errori e sconfitte nel tentativo di rendergli la vita più semplice, di eliminargli la maggior parte delle difficoltà o di fare le cose al posto suo.
Come si manifesta l’iperprotezione dei genitori?
In concreto, alcuni dei meccanismi relazionali caratteristici di un atteggiamento eccessivamente protettivo verso il figlio possono essere:
- Eccessiva paura dei pericoli e tendenza al controllo (es: fermarsi sempre alle feste di compleanno, accompagnarlo anche quando è adolescente, bombardalo di messaggi sul cellulare ecc.)
- Tentativo di aiutarlo facendo le cose al posto suo (es: “Lo faccio io perché da solo non ce la fai”, “Quella cosa dàlla a me si può rompere…”, “Scelgo io per te perché io so qual è la cosa migliore..”)
- Incapacità di mettere delle regole e mancanza di autorevolezza per non farlo soffrire e sentire frustrato
- Assecondare ogni suo tipo di richiesta anche se con enorme sacrificio pur di garantire i suoi desideri (abbigliamento, cellulare, sport, vacanze estive..)
- Combattere le sue battaglie e difenderlo sempre anche se ha sbagliato o ha agito con comportamenti scorretti (es: se litiga con un compagno, se prende un brutto voto ecc.)
- Aiutarlo sempre a fare i compiti
- Tendenza a dargli spesso consigli, fornire risposte e soluzioni
I possibili ostacoli nel percorso di crescita
Se protratto nel tempo e utilizzato come modalità costante, questo “pronto soccorso” emotivo può inibire lo sviluppo delle capacità individuali di vostro figlio e la qualità della sua autostima. Essere genitori iperprotettivi infatti è una modalità affettiva che infonde un senso di inefficacia e di incapacità: il messaggio nascosto e inconsapevole che si trasmette è la certezza che lui non sia in grado di fare le cose. Inoltre se vostro figlio non utilizza le proprie capacità, non riesce a sperimentare le proprie potenzialità e di conseguenza non accresce la stima di sé. Di fronte alle difficoltà può sviluppare un atteggiamento arrendevole che lo spinge a non impegnarsi per riuscire a gestire le situazioni. Questo scarso impegno ostacola anche il normale sviluppo del senso di responsabilità verso le proprie azioni.
Cosa fare per rendere i figli più sicuri di sé
Quando la tendenza dei genitori è quella di sopravvalutare i pericoli con cui si confrontano i propri figli, prima di aiutarli, agevolarli, proteggerli o correre in loro soccorso, occorrerebbe valutare di volta in volta la situazione in base all’età e alla circostanza. La protezione e il controllo di un genitore, infatti, dovrebbero essere esercitati in misura sufficiente da mantenere la sicurezza del figlio, ma non devono diventare la modalità affettiva dominante.
Come può vostro figlio imparare a superare gli ostacoli se è allenato a correre sempre in una pista senza ostacoli? O se è abituato a correre insieme a voi (magari in braccio a voi)?
Accanto alla protezione i figli hanno bisogno di sviluppare una sana autonomia e indipendenza. Per questo, una volta che sono protetti da ragionevoli pericoli, è importante per il loro sviluppo che sperimentino una certa dose di rischi e di difficoltà. Sbagliare fa parte dell’apprendimento necessario alla vita e ognuno deve saper calibrare le proprie forze con gli ostacoli che s’incontrano lungo il percorso della crescita. Lasciate che vostro figlio pianga, che si stanchi, che fatichi a trovare le soluzioni, che cada, che faccia i compiti da solo, che si rialzi da solo, che sbagli, che si annoi, che si prenda la responsabilità dei suoi errori. Lasciate che litighi con gli amici o con la ragazza.
Osservatelo crescere e controllatelo, ma da lontano. Crescere è faticoso e a volte anche doloroso. Lasciate che cresca da solo. Abbiate fiducia in lui. Solo così potrete dargli quel senso di competenza che lo accompagnerà per tuttta la vita e che si riassume in quattro importanti messaggi:
TU ESISTI – TU SEI DEGNO DI FIDUCIA- TU SEI RESPONSABILE- TU SEI COMPETENTE
a cura di Maria Elena Cicali, Counsellor psicosintetista